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Maria di Ísili si colloca con timbro originale nel solco della sempre viva e fruttuosa tradizione sarda: testo denso e compiuto, dal sorprendente respiro metrico, fatto di una polifonia di voci, tra le quali si staglia quella della protagonista, una donna che, nel tragico inanellarsi degli avvenimenti, incurante degli interdetti sociali, segue la legge del desiderio.
Con questa motivazione, il 27 maggio 2015, la Giuria della XXVIII edizione del Premio Italo Calvino (><), composta da Dacia Maraini, Fabio Stassi, Paolo Giordano, Chiara Valerio e Francesco Permunian, ha assegnato a Cristian Mannu la vittoria (ex aequo con Valerio Callieri) del più prestigioso riconoscimento italiano per autori esordienti.
Il 20 aprile 2016 l’opera è stata pubblicata dalla casa editrice Giunti, nella collana Scrittori Giunti.
Selezionata nella cinquina finalista del Premio Berto, del Premio Opera Prima, del Premio Augusto e nella terzina del Premio Dessì, l’opera ha vinto, il 25 settembre 2016, la prima edizione del Premio Fondazione Megamark - Incontri di Dialoghi, riservato a opere prime di narrativa italiana.
Dopo 7 ristampe, il 14 febbraio 2018, Giunti ha pubblicato Maria di Ísili nella collana tascabile Le Chiocciole.
Nel frattempo il libro, grazie al regista genovese Marco Parodi e alla compagnia cagliaritana La Fabbrica Illuminata (><), si è trasformato in un progetto di Residenza artistica (><) durato quattro anni, che ha coinvolto gli abitanti di Ísili in una serie di laboratori (cinematografici, artigianali, linguistici) collegati all’opera (><) e ha portato alla realizzazione di due spettacoli teatrali (><) andati in scena nel paese del Sarcidano il 19 dicembre 2019 (regia di Pino Micol e adattamento scenico di Marco Parodi) e il 17 ottobre 2020 (regia di Elena Pau e adattamento scenico di Paola Atzeni).
Sempre nell'ambito della residenza artistica, nel corso del 2022, è stato inoltre realizzato dal regista Enrico Pau un corto cinematografico, basato su una riduzione e traduzione in sardo del testo fatta da Rossana Copez e Rita Atzeri.
HANNO SCRITTO SULL'OPERA
Fabio Stassi - L'Indice dei libri del mese (01/05/2016)
"Maria di Ísili – testo vincitore ex aequo della XXVIII edizione del Premio Calvino – si inserisce in una tradizione letteraria radicata e fortemente identitaria, come quella della Sardegna..." (continua a leggere >>>)
Michele Lauro - Panorama (25/05/2016)
“L’anima antica e profonda della Sardegna si reincarna in un nuovo, ispirato narratore..." (continua a leggere >>>)
Alessandro D'Avenia - La Stampa (03/07/2016)
“Un romanzo a più voci, un capitolo per ciascuna, richiede doppia maestria: verticale e orizzontale..." (continua a leggere >>>)
Stefano Fornaro - Sul Romanzo (26/07/2016)
“Maria di Ísili di Cristian Mannu, un romanzo che lascia senza coordinate..." (continua a leggere >>>)
Stefano Biolchini - Il Sole 24 ORE (05/06/2016)
“Romanzo polifonico, dalla coralità sferzata di continuo da folate di vento, Maria di Ísili, edito da Giunti, è il libro d'esordio del cagliaritano Cristian Mannu..." (continua a leggere >>>)
Ermanno Paccagnini - Corriere della Sera (21/08/2016)
"Maria di Ísili di Cristian Mannu è un romanzo che restituisce un'umanità segnata da passioni ancestrali, una specie di Spoon River dove le voci si alternano per sesso e cultura..." (continua a leggere >>>)
Massimo Onofri - Avvenire
“Un romanzo pieno di suggestioni, lavorato con grazia, che s'infoltisce di personaggi di tre generazioni, in un continuo riverberato mutarsi di fatti, dentro una luce sempre più carica di ambiguità." (10/06/2016)
"Il sardo e venturoso Cristian Mannu di Maria di Ísili nasce sotto la stella mitico-antropologica dell'indimenticabile Sergio Atzeni." (19/10/2016)
Nadia Gambis - Zest Letteratura Sostenibile (30/08/2016)
“Maria di Ísili”, premio Calvino 2015, ha il sapore di una tragedia antica, che affonda le radici nel tempo sospeso dei miti e dei valori universali per giungere a noi..." (continua a leggere >>>)
Giuria Premio Giuseppe Berto 2016
Con Maria di ĺsili Cristian Mannu costruisce una narrazione densa e potente, visionaria e suggestiva, epica e terragna. E lo fa attraverso una lingua ora asciutta, ora estenuata, ora parlata, ora rarefatta e cadenzata, di cui sperimenta ogni corda, ogni potenzialità espressiva ed evocativa. L’intreccio delle voci amplifica l’eco narrativa dei personaggi, dentro la quale risuona l’identità di una terra mitopoietica dove ogni vicenda non può che assumere l’efferatezza e la forza della dimensione tragica, del sentimento del destino. È dentro questo cosmo, così fitto di narrazioni, che prende vita la vicenda del personaggio principale, quella Maria che di quella terra è forse la proiezione antropomorfa, e attorno alla quale si stringe la spirale di ogni storia. Il romanzo si colloca dentro una tradizione di lungo corso rinnovando del verismo le istanze del mito.